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domenica 27 marzo 2016

Relazione tra intestino, epilessia, autismo e fibromialgia

 

Dott. Paolo Mainardi

 Commento del prof. Paolo Mainardi  :

Ho intitolato il mio libro "Alla ricerca dell’una (medicina)", perchè penso che la medicina sia una, quella che cura
Lo studio dell’asse intestino-cervello ci permette di comprendere diversi aspetti “strani” del corpo umano e rappresenta una chiave di congiunzione tra le diverse filosofie della medicina.
Purtroppo, oggi vengono ignorate delle evidenze sul funzionamento dell’intestino, spesso ridotto ad un sistema postale (svizzero), capace di far arrivare cosa vogliamo dove vogliamo, come ad esempio melatonina nel cervello, ammino acidi ramificati nei muscoli, collagene nelle articolazioni, etc. Ma non è così, sappiamo che l’intestino è in grado di riconoscere cibo già ingerito e comunque la sua risposta ai nutrienti è modulata dall’ambiente esterno. 

Quindi la stessa proteina, carboidrato o grasso può dare risposte diverse nello stesso individuo a seconda delle condizioni ambientali. Sappiamo anche come sia riduttivo dividere gli alimenti in proteine, grassi e carboidrati, dato che all’interno di ciascuna categoria abbiamo cibi buoni e no buoni: proteine che infiammano l’intestino, altre che non infiammano. così per carboidrati e grassi.
Questa considerazione permette di rispondere a Campbell quando dice che i risultati degli studi sugli integratori sono controversi. E’ infatti possibile trovare lavori favorevoli o contrari a diete ricche di proteine, o di carboidrati o di grassi, in quanto i risultati dipendono da quali grassi, carboidrati o proteine sono state testate.
Anche il puntare il dito contro la caseina mi lascia perplesso. Le differenze tra il nostro latte (umano) e gli altri è sul contenuto di sieroproteine, gli altri latti contengono sieroproteine che il nostro non contiene e che sono responsabili delle reazioni avverse. Queste reazioni sono dovute ad una scarsa tolleranza dell’intestino e un intestino sano deve essere tollerante.
Una dieta a privazione non risolve il problema di un intestino che non sta dando risposte corrette, queste anche nei confronti di agenti patogeni che alla lunga possono produrre sintomi ben più gravi di una dermatite o di un gonfiore post-prandiale.
Mi sembra arduo proporre la caseina come agente oncogenico, dato che è la stessa che è presente nel nostro latte, che precipita nell’ambiente acido dello stomaco, formando pietre. Da queste gli enzimi staccano singoli ammino acidi o piccoli peptidi, poco assorbiti dall’intestino. Infatti, assunzioni orali di caseina non producono un aumento sensibile dei livelli plasmatici degli ammino acidi che la costituiscono. Questi, poi, sono per la maggior parte non essenziali, quindi sintetizzabili dai grassi. 

Secondo Campbell, un ammino acido non essenziale, esempio acido aspartico, manterrebbe memoria della sua provenienza, se sintetizzato da un grasso, oppure proveniente dalla dieta proteica. Solo in questo caso si rivelerebbe oncogenico. Curiosamente tra i peptidi medi che si ottengono dalla demolizione enzimatica della caseina sono stati isolati alcuni con specifiche azioni prebiotiche, anti-infiammatorie, intestinali. Quindi utili per il nostro intestino.
Infine, ricordo che la maggiore maturazione dell’intestino, organo che deve imparare a proteggerci, avviene durante lo svezzamento, quindi una corretta maturazione dipende da una adeguata esposizione agli antigeni. 

Già il parto cesareo è riportato diminuire la prima maturazione indotta dal colostro, in quanto manca una prima infestazione batterica. L’allattamento artificiale andrebbe consigliato solo se indispensabile, in quanto riduce il processo di maturazione. I vaccini, quelli utili, andrebbero somministrati quando l’intestino è sufficientemente maturo, rispettando i criteri di esclusione applicati negli studi clinici sulla loro sicurezza (esempio stati febbrili, somministrazione di antibiotici, etc). Infine lo svezzamento andrebbe proposto quando il neonato lo richiede, senza forzarlo e ritardarlo.
Dobbiamo metterci in testa che una errata maturazione intestinale corrisponde ad un abbassamento delle nostre difese, sappiamo che se qualcosa va storto nel programma di sviluppo neonatale si acquisiscono nuove vulnerabilità (oltre a quelle acquisite geneticamente) i cui sintomi si possono manifestare anche in età adulta.

Dobbiamo comprendere meglio la filosofia del nostro corpo, cercare di rispettarla e di sfruttarla a nostro vantaggio.


 

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