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martedì 27 novembre 2018


Doc-09***TUTTO su VIT K2-MK7 (Menakione)
Articolo ad uso del Gruppo Vitamina D - Magik D
raccolta di studi a cura di
VITAMINA K2-MK7 (MENAKIONE)
Sulla vitamina K2 non troverete molti medici che sanno che cosa è, ed a cosa serve integrarla.
Se volete sapere di più su questa vitamina ed anche su altre, non aspettatevi che il medico di base o altri specialisti sappiano di Medicina Ortomolecolare perché non fa parte dei loro programmi di studio obbligatori.
Come leggerete nei documenti allegati, è importante associare nello stesso programma di integrazione della vitamina D3 anche la vitamina K2, specialmente se si assumono dosaggi di 10mila UI al giorno. Sarà sempre utile integrare la K2, ma non indispensabile, se assumete meno di 10mila UI al giorno di vit D3.
Per capire se siete carenti di vitamna K2 guardate i segni della carenza che trovate leggendo gli allegati qui presenti.

Dosaggio consigliato di VITAMINA K2

  • Adulti sani: 100 mcg/die
  • Adulti con aterosclerosi: 200 mcg/die
  • Adulti cardiopatici che assumono anticoagulanti: max 45 mcg/die e controllo protrombina.
  • Bambini fino a 10 anni: max 45 mcg/die
Consumando NATTO (cibo giapponese fermentato) si ha un apporto di circa 400 mcg/die. Non serve assumere dosaggi maggiori di 200 di vit. K2 mk7 in quanto non è la quantità maggiore che è utile, ma la sua capacità di attivare specifiche proteine presenti nel corpo.
Essendo una vitamina LIPOSOLUBILE ha bisogno di un pasto grasso per essere adeguatamente assorbita.

Interazioni e Controindicazioni della vit K2

“La vitamina K2, contrariamente ad altre vitamine liposolubili, non ha effetti di tossicità sia nei bambini che negli adulti. L’idea che la supplementazione con vitamine K possa favorire eventi trombotici è falsa poiché le proteine della cascata coagulativa sono già pienamente attivate nei soggetti non in terapia anticoagulante.
La vitamina K interferisce con l’attività dei farmaci di tipo warfarinico-dicumarolico (Coumadin e simili), molto usati nella prevenzione cronica della trombosi in soggetti con fibrillazione atriale. I questi casi è necessario un attento dosaggio del farmaco anticoagulante, ma non necessariamente la sospensione della vit K2.
In realtà farmaci quali il Coumadin che antagonizzano la vit K determinano danni ancora maggiori della decalcificazione ossea e della calcificazione arteriosa. Soggetti che assumono Coumadin cui sia stato sconsigliato di evitare supplementi di vitamina K, hanno una maggiore incidenza di di osteoporosi, fratture, calcificazioni arteriose e valvolari, ipertensione.
Altri tipi di fluidificanti sanguigni tipo eparina, aspirina o plavix non interferiscono con la vit K2. Tuttavia, per essere precisi, è importante rilevare che aspirina e tutti i derivati salicilici inibiscono, se pur leggermente, l’attivazione ed il riciclo della vitamina K, determinando una maggiore richiesta organica di vit K, la cui supplementazione supera questi effetti senza interferire sulla funzione anti aggregante piastrinica. Del resto è stato provato che l’assunzione cronica di salicilati aumenta la perdita ossea ed il tempo di guarigione delle fratture. Anche gli antibiotici, per il loro effetto sulla flora batterica intestinale, che produce vitamina K, aumentano le richieste di supplementazione vitamina stessa.
Gli enzimi trombolitici e gli inibitori diretti della trombina non sono disturbati dalla somministrazione di vitamina k2.
Nei pazienti osteoporotici l’associazione della vitamina K2 ai Bifosfonati ne aumenta nettamente l’azione terapeutica, permettendo quindi di fare soste nella somministrazione con minore incidenza di gravi effetti collaterali quali l’osteonecrosi."

SCARICO DI RESPONSABILITà DEL GRUPPO VIT D
SPECIFICO PER VITAMINA K2

In caso di pregresso ictus, infarto, favismo o disturbi della coagulazione, non prendete la vitamina K2 senza consultare il vostro medico.

In caso di favismo consultare il
sito G6PD dell’Associazione Italiana Favismo con l’elenco degli alimenti e farmaci che il soggetto favico non dovrebbe assumere.

In caso di mutazioni genetiche dei fattori della coagulazione (Leiden etc.) o per Mutazioni MTHFR rivolgersi ai propri medici di riferimento.
In altri casi consultare un medico competente ed aggiornato in materia. (vedi lista nei file)

Risposte a domande frequenti

  1. A cosa serve la Vitamina K2 ? - https://www.facebook.com/notes/vitamina-d/vitamina-k2-mk7-menachinone-7/697591617078205/ VITAMINA K2 - 11 importanti benefici per la salute
  2. In quali alimenti si trova la Vitamina K2?Leggi questo post con tabella https://www.facebook.com/groups/380299735474063/permalink/894715124032519/
  3. Perchè le vit. D3 e K2 lavorano bene nello stesso programma di cura?E’ necessario assumere la vitamina K2 soprattutto assumendo 10.000 UI al giorno di vit D3, ma si può certamente integrare la K2 a prescindere.
    -
    https://www.ipnosiregressiva.it/blog/770/vitaminak-vitaminad-angelo-bona.html - https://www.facebook.com/groups/380299735474063/search/?query=vitamina%20k%20 - https://www.piuvivi.com/salute/vitamina-d-con-vitamina-k-assunzione-integratori.html
  4. Esiste un esame del sangue per sapere se sono carente di vitamina K2?
    L’esame per rilevare la carenza di vit K2 c’è ma lo fanno pochissimi laboratori ed è costosissimo. Si può esaminare in maniera indiretta controllando i livelli di Osteocalcina.
    Se l’Osteocalcina, che è prodotta dalla vitamina K2, è bassa, significa che siete carenti.
  5. Quale vitamina K2 scegliere? - https://www.nutrizionenaturale.org/vitamine-e-sali-minerali/vitamina-k/
    https://www.facebook.com/groups/380299735474063/permalink/822165894620776/
  6. Qual’è la differenza fra VIT K1 E VIT K2 e QUANTA VITAMINA K2 è NECESSARIA? https://www.facebook.com/groups/380299735474063/permalink/842051702632195/
  7. Perchè viene consigliato di assumere la Vit.K2 a distanza di 6-8 ore dalla vit. D3? - Assumere nello stesso pasto vitamina D e K2 può ridurre l'assorbimento della K2. Questo perché mentre le vitamine D, E ed A hanno più "vie" di assorbimento ad esempio npc, scarb1, ecc., la K2 invece usa solo la npc1L1, quindi entra in competizione con le altre vitamine liposolubili per l'assorbimento intestinale. la vitamina D3 e la K2 è preferibile prenderle separatamente in quanto, competono con gli stessi meccanismi di trasporto essendo entrambe incorporate nei chilomicroni ed avendo struttura molecolare molto simile. L'assorbimento di vitamina K sembra essere particolarmente ridotto anche in presenza di altre vitamine liposolubili, mentre l'assorbimento della vitamina A è meno influenzato e può essere assorbito meglio se assunto con vitamina E." Leggi anche il post del dr Massimo Vincenti
    Spiegazione da PubMed sul perchè prendere D3 e K2 in orari diversi - Interazioni competitive significative per l'assorbimento sono state quindi chiarite tra vitamina D, E e K, supportando l'ipotesi di percorsi di assorbimento comuni. "La vitamina A ha anche diminuito significativamente l'assorbimento degli altri VV ma, al contrario, la sua assunzione non è stata compromessa dalle vitamine D e K e persino promossa dalla vitamina E. Questi risultati dovrebbero essere presi in considerazione, specialmente per la formulazione degli integratori, per ottimizzare l'assorbimento del Vsv. "
  8. Esiste un rapporto nel dosaggio fra la vit D3 e la vit K2? A CARATTERI CUBITALI - NON ESISTE NESSUN RAPPORTO - lo so che lo dicono in giro nel web, ma non hanno ancora portato testi scientifici che dimostrino la necessità di integrare oltre 200mcg, ma se ne volete prendere di piu' non fa male, solo è inutile spreco di soldi.La vitamina k2 si può prendere anche senza integrazione della D, ma questa se assunta a dosaggi di 10mila Ui deve essere accompagnata dalla vit K2 a distanza di 6-8 ore in un dosaggio medio tra 100 e 200mcg è sufficente, mentre 45mcg a bambini ed ai cardiopatici sotto terapia Coumadin (+ con sorveglianza medica).
  9. Si può assumere la K2 con il Coumadin?Bisogna prestare attenzione con le dosi più alte se si assumono anticoagulanti (Coumadin e Warfarin, ad esempio) ma in persone sane e che non assumono questi farmaci, il suggerimento è di assumere una dose di 150 microgrammi al giorno.
    Tuttavia.... Il Dott Schurgers precisa:

    "Se si prendono anticoagulanti orali come il Coumadins e il Warfarins, bisogna fare attenzione con la K1 e la K2. Viene spesso consigliato di evitare tutto ciò che contiene la vitamina K, ed è una cosa su cui non concordo. Se vengono escluse del tutto la K1 e la K2 dalla dieta, ogni piccola interferenza quando si prende un minimo di vitamina K avrà un effetto fortissimo sul piano anticoagulante. Nel caso invece di un livello di assunzione costante di vitamina K1 o K2, o di entrambi, l'interferenza è minima e non è poi così dannosa. Quindi sostengo, di assumere la vitamina K nella dieta di tutti i giorni, e di aggiungere l'anticoagulante in contemporanea, non vi è alcun reale beneficio nel prendere ulteriore vitamina K abbinata al Coumadin".
    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26962786
    In altre parole, mentre si assume la vitamina K 1 e K2 con la dieta e l'anticoagulante orale si dovrebbe determinare la PT (protrombina). Il medico potrà aggiustare la dose di un eventuale integratore in base ai risultati dell'analisi. E' comunque importante assumere la stessa dose di K1 e K2 con costanza, per tutto il tempo, diversamente, il farmaco potrebbe avere un'azione anticoagulante eccessiva".
    Leggere l’articolo intero
    - Coumadin e vitamina K, cosa dice il dr. Marco Moia presidente dei Centri di terapia Anticoagulante italiani
    sul fatto di evitare verdure a foglia verde durante la terapia con Coumadin o altri Warfarinici, leggete su questo Collage di risposte ed informazioni utili.
    - Intervista al dr Marco Moia, presidente dei Centri Tao (Terapie Anticoagulanti Orali) in talia
    https://www.facebook.com/groups/380299735474063/permalink/928127774024587/
  10. Si può assumere la K2 con la Cardiosapirina? SI, PUOI INTEGRARE LA VIT K2 PERCHè la Cardioaspirina è UN ANTIAGGREGANTE PIASTRINICO (e non anticoagulante come erroneamente viene chiamata)
  11. Si può assumere la K2 mentre si fa terapia con Eparina?Si, perchè l’eparina è un fluidificante del sangue non dipendente dalla vit K2.
  12. Per quali soggetti è’ INDICATA LA SUPPLEMENTAZIONE DI VITAMINA K2?
    I benefici della vitamina K2 possono essere individuati in ogni età della vita. Durante il primo trimestre di gravidanza la vitamina K2 è importante come l’acido Folico perché essenziale per lo sviluppo dei denti primari e di una sana struttura ossea facciale. Nel secondo trimestre la K2 è essenziale per gli abbozzi dei denti definitivi e per la formazione dello scheletro. Bambini ed adolescenti, a causa delle strutture dentarie e scheletriche in vivace accrescimento, necessitano di generosi apporti di vitamina K2. Dopo i 50 anni sia gli uomini che le donne hanno necessità di integrare la vitamina K2 per contrastare la perdita di massa ossea e la calcificazione vascolare. I soggetti obesi hanno una carente utilizzazione di vitamina K perché viene accumulata a livello del tessuto adiposo, in questi soggetti è utile la supplementazione perché piu’ carenti.

Per tutte le persone che assumono COUMADIN ( et simili -warfarinci)

LETTURE CONSIGLIATE

martedì 20 novembre 2018

Fibromialgia, un puzzle da risolvere?


 CONSIDERAZIONI

Che la Fibromialgia sia una malattia ostinata e subdola  è fuori dubbio, ma sono qui per semplificare e ricomporre con voi i pezzi del puzzle, visto che sono riuscita a sconfiggerla abbandonando tutte le congetture fatte da specialisti del settore. 
Nessuno meglio di noi può fare qualche cosa per sconfiggere una malattia così strana e su cui si sono spese fiumi di parole senza alcun risultato.

Da anni c'è una discussione fra i malati perché alcuni medici definiscono la Fibromialgia una malattia Neurologica, altri credono che sia Autoimmune ma fra i litiganti arriva Popolo Fibro a rimettere a posto i pezzi del puzzle.

Che la Fibromialgia sia di origine Neurologica, Autoimmune , Genetica o Reumatica, a noi cosa ci cambia?
Proprio nulla.
Perchè nessuna di queste branche ha mai dato una risposta di cura efficace che sia durata per piu' di una settimana e quindi frustrazione e depressione che aumentano, generando ancora piu' dolore.
Dopo un pò qualsiasi farmaco diventa inefficace e per contro ha creato altri problemi indesiderati .
Quindi, per quel che mi riguarda, sono solo chiacchiere da parte degli specialisti finalizzate ad avere piu' clienti.
Ognuno di noi dovrebbe studiarsi a fondo e trovare la chiave dell'innesco che ha prodotto il blocco fisico. Lavorare su quello e non ascoltare chi dice che è impossibile uscirne.

PROPOSTE

I capisaldi per una buona cura della fibromialgia, viste le testimonianze restano le seguenti
  • disintossicazione da farmaci, additivi, metalli pesanti e parassiti vari (intendo anche persone tossiche che rubano energia) 
  • limitazione di situazioni di vita stressanti 
  • Integrazione di vitamine e minerali ad hoc 
  • esercizo fisico leggero , ma costante 
  • riuscire a dormire 
  • trovare attività ludiche che danno soddisfazione, la vita non è un continuo sacrificare se stessi per gli altri

LA STRATEGIA

Non bisogna per forza fare tutto in una volta e nella stessa successione, ma senza dubbio mettere in porto un progetto del genere ed a 360 gradi, darà piu' frutti che
  • provare qualche blando integratore prendendo ancora farmaci per poi dire che non ha funzionato 
  • sforzarsi di fare solamente attività fisica e con un corpo rigido non è il massimo e si rischia di farsi male (tranne in piscina calda) altrettando brutto è il rinunciare a muoversi 
  • solo disintossicarsi è buono, ma è piu' difficile farlo se il corpo ha delle carenze, una volta ristabilite, si ha piu' forza di superare crisi curative dovute a cambi di dieta e digiuni 
  • puntare tutto solo sul riposo notturno è quasi giusto, ma c'è qualcosa di infallibile per questo?
pensateci...

La Meditazione ed il respiro

Non dico certamente nulla di nuovo e di inesplorato, ma le tecniche che vengono in nostro aiuto dovrebbero essere prese piu' in considerazione da una persona con un corpo che grida fibromialgia da ogni parte.
E' un corpo che chiede di rallentare, non fermarsi completamaente, ma andare piu' piano e reimparare a muoversi con grazia.
Questo serve a ristabilire movimenti bloccati e dolorosi. Non permettete a nessuno di spingervi oltre il vostro punto di stop e stanchezza quando fate esercizi.
Prendete la fibromialgia come una opportunità anziché una disgrazia. Lamentarsi, a lungo andare deteriora la vostra coscienza e vi farà sentire sempre peggio.
Meditare significa fermarsi e sentire il respiro entrare ed uscire, meditare significa concedersi degli spazi durante la giornata in cui stare solo con noi stessi, significa chiudere gli occhi in uno spazio tranquillo, spegnere il telefono e concentrarsi sul respiro.

Da un mio post del gruppo Popolo Fibro Relax (facebook)

Ho provato il Vipassana, la meditazione e la slow motion come tecniche che avevo usato in passato quando stavo bene, e le ho trovate utili da applicare alla fibromialgia negli stati dolorosi e blocchi.
Quando c'è un movimento che genera dolore, invece di contrarsi bisogna restare lì, respirare e fare il movimento lo stesso, ma ad una velocità di 1 millimetro al secondo, ci si accorgerà che la mobilità c'è ancora, il dolore diventa impercettibile, e questo genera in noi il senso di soddisfazione ed a seguire si formerà piu' serotonina, che genera superamento del dolore, così da rendere piu' facile i movimenti successivi.

Penso che questa elaborazione non sia solo una teoria scaturita dalla mia esperienza di fibromialgica, ma anche dimostrata dalle discipline orientali.
Con questo aiutino mentale applicato sul fisico sono riuscita a sbloccare in autonomia il movimento e senza aiuto di farmaci.
Era un dolore acuto con blocco (Spalle e lombari) durava da qualche giorno, ma un dolore per cui negli anni addietro sarei andata in Pronto soccorso).

Perché non vi parlo mai di alimentazione ed intestino?

E' senza dubbio importante il come ci alimentiamo per avere una buona salute, ma si sono create differenzazioni sociali per chi può e chi non può comprare biologico, e non voglio urtare la sensibilità di nessuno. Ma poi, esiste veramente il biologico puro?

Di intestino non parlo, perché non sono una esperta e lascio che gli specialisti del Microbiota facciano il loro lavoro.
Cerco di occuparmi di piu' dei neuroni che influiscono sull'intestino, è l'ansia che gratta ed irrita piu' del cibo a volte, ed è quella su cui cerco di lavorare.

Ma vediamo le novità proposte dai medici

La mia analisi di un metodo pubblicato su Pub Med per la cura della Fibromialgia


Da un mio post nel gruppo

Buongiorno amici di Popolo Fibro Relax, come spesso accade sono bersagliata di annunci e messaggi che mi indicano questa o quell'altra cura con richiesta di mio giudizio ed obiettivamente rispondo.

Ringrazio la persona che mi ha mandato questo spunto di riflessione.

Analisi di un sistema di cura 

E' senza dubbio una mossa giusta quella di pubblicare uno studio su PubMed
Ma vi dirò qual è la mia osservazione.

Analizziamo
39 pesone con Fibromialgia studiate che hanno avuto una riduzione del dolore del 67%  con l'uso di un campo magnetico a frequenza estremamente bassa.

Non dicono in che fase di fibromialgia erano le partecipanti, non dicono nemmeno se erano sotto terapia farmacologica, quindi è una campionatura di soggetti diversi?

La loro conclusione è che mitiga il dolore finché si fa la terapia con basse frequenze. E poi?
Questo è un altro modo per rimanere dipendenti ad una macchina che fa il lavoro per te, a mio avviso.

Questo gruppo di ricercatori italiani, magari anche in buona fede, ha fatto questo studio per tre mesi e poi?

Poi, per avvalorare tale studio necessitano di altre "cavie", per così dire, e le persone con fibromialgia accorreranno numerose, sempre disperate e desiderose di trovare una cura.

Non sto discutendo sulla reale efficacia di questo trattamento, ma del fatto che per certificare appieno un metodo la scienza ne chiede la ripetibilità su larga scala, allora secondo un certo punto di vista è una sperimentazione a tutti gli effetti, ma chi la paga?
Sempre le pazienti, perché questi dottori (Vedi sito Althea) che allestiscono la Limfa (apparecchio che emana basse frequenze elettromagnetiche) , non lo faranno certo gratis (sto giusto aspettando una mail in risposta a mie domande sui costi e vi farò sapere)

In un mondo diverso e piu' giusto, le cose dovrebbero essere fatte diversamente.

Come dovrebbe essere?
Si dovrebbe dire, bene signori, abbiamo trovato questo metodo e lo vogliamo sperimentare su larga scala, lo presentiamo al ministro della salute e lo facciamo approvare per finanziare qualche progetto nelle Asl e dove sperimenteremo, senza promessa di completa guarigione e senza alcun ticket, per le pazienti con diagnosi di Fibromialgia.

Le stesse modalità sono accadute con la Iperbarica e con l'integratore Normast.
DOMANDA
C'è una volontà da parte degli operatori della salute che cozza con le direttive del ministero, oppure sono complici?

Fibromialgia e Riconoscimeto del ticket per visite esami e trattamenti

Da anni ormai si combatte su vari fronti e tutte le iniziative hanno sempre portato in un vicolo cieco.
La mia opinione è che non c'è nessuna volontà da parte della politica di migliorare le condizioni di salute dei sofferenti di Fibromialgia, Mcs ed Me.
Per questo motivo avere referenti che chiedono alla Lorenzin prima, ed alla Grillo oggi, non serve se si parte col piede sbagliato alla ricerca di un riconoscimento, purché sia.

Questo è Popolo Fibro Relax, ovvero, combatti la Fibro che è in te, ma con assoluto ralax e soprattutto usa la testa, che il corpo lo sistemiamo con altre cose.
Non posso continuare a farmi appioppare l'etichetta di malata a vita quando i sistemi di cura ce ne sono di molto piu' efficaci
- Vedi "Strategia contro la Fibromialgia" sul mio blog e sulla Petizione.
- Vedi "Le mie tecniche per sentirmi bene " su Popolo Fibro blog spot



Traduzione dello studio pilota a cui mi riferisco nell'articolo oggetto di analisi

Efficacia del campo magnetico a frequenza estremamente bassa nel dolore da fibromialgia: uno studio pilota.


AUTORI DELLO STUDIO
Paolucci T1, Piccinini G1, Iosa M2, Piermattei C1, de Angelis S1, Grasso MR1, Zangrando F1, Saraceni VM1

Lo scopo di questo studio pilota era di determinare l'efficacia di un campo magnetico a frequenza estremamente bassa (ELF-MF) nel ridurre il dolore cronico nei pazienti con fibromialgia (FM).

Trentasette femmine sono state reclutate e randomizzate in due gruppi: un gruppo è stato esposto per la prima volta alla terapia sistemica ELF-MF (100 microtesla, da 1 a 80 Hz) e poi alla terapia fittizia, e l'altro gruppo ha ricevuto la sequenza opposta di intervento.

Il dolore, i sintomi correlati alla FM e la capacità di svolgere attività quotidiane sono stati misurati utilizzando la scala analogica visiva, il questionario di impatto sulla fibromialgia (FIQ), la scala di valutazione della fibromialgia (FAS) e il questionario di valutazione della salute (HAQ) al basale, fine del primo trattamento ciclo, inizio del secondo ciclo di trattamento (dopo 1 mese di washout), fine del secondo ciclo di trattamento e fine del follow-up di 1 mese.

Il trattamento con ELF-MF ha ridotto significativamente il dolore, che è aumentato alla cessazione della terapia, ma è rimasto significativamente inferiore rispetto ai livelli di base.

Benefici a breve termine sono stati osservati anche nei punteggi FIQ, FAS e HAQ, con effetti meno significativi visti a medio termine.

La terapia ELF-MF può essere raccomandata come parte di un approccio multimodale per mitigare il dolore nei soggetti FM e migliorare l'efficacia della terapia farmacologica o della fisioterapia.


 Sono e sarò sempre critica quando studi fatti su pochi soggetti mi vengono proposti via facebook e pubblicizzati su siti medici per accreditarsi ed incrementare l'affluenza di pazienti presso i loro studi.

venerdì 24 agosto 2018

Neurologo espone il mito della “morte cerebrale” e i legami con “l’industria” dei trapianti di organi


Montagna: Dottor Coimbra, perché la “morte cerebrale” e’ una leggenda?



Coimbra: Alla fine degli anni ’60, il primo trapianto di cuore umano eseguito dal chirurgo Christiaan Barnard in Sud Africa ha innescato la richiesta di trapianti di singoli organi vitali da prelevare da quei pazienti considerati “irrimediabilmente comatosi”. Era opinione comune che, utilizzando tutte le possibili tecniche e conoscenze disponibili all’epoca, quei pazienti non avrebbero potuto essere riportati a una vita normale e, alla fine, si sarebbero entrati in arresto cardiaco nel giro di pochi giorni; non avrebbero recuperato la coscienza. Un comitato ad hoc della Harvard Medical School decise di chiamare la loro condizione clinica “morte cerebrale”, in modo da poter rimuovere gli organi vitali mantenuti vitali a causa del battito cardiaco sostenuto (fornitura di sangue ossigenato) e utilizzare questi organi per migliorare la salute di altre persone – pazienti, per esempio, che avevano insufficienza epatica, insufficienza renale o insufficienza cardiaca allo stadio finale. Queste persone trarrebbero beneficio dall’avere gli organi di pazienti “irrimediabilmente in stato comatoso”.
La definizione di questi pazienti “morti” ha permesso al comitato ad hoc di superare tutti i problemi legali relativi all’asportazione di organi vitali da pazienti in stato comatoso che non potevano essere recuperati secondo i concetti e le conoscenze scientifiche mediche che avevamo a disposizione a quel tempo, cioè entro la fine degli anni sessanta.
Per poter trapiantare gli organi, è stato necessario prelevarli da qualcuno mentre è ancora in vita, mentre il cuore batte ancora?
Sì, li rimuovevano da un paziente in stato comatoso. Ma pensavano che non sarebbe stato possibile recuperare quei pazienti, perché non avevano la tecnologia e le conoscenze per recuperarli.
L’errore principale è stato quello di considerare quei pazienti “irreversibilmente” danneggiati al cervello, ma il loro danno cerebrale è stato considerato irreversibile a causa delle limitate conoscenze che avevano a quel tempo. Più tardi, con il passare del tempo, nuove conoscenze e risultati scientifici neurologici offrirono altre idee su ciò che stava realmente accadendo in questi pazienti. Per esempio, alla fine degli anni ’60 – quando il concetto di “morte cerebrale” fu introdotto in medicina – i medici credevano che, quando non c’erano segni di attività cerebrale che potessero essere rilevati dall’esame neurologico, l’unica ragione possibile sarebbe stata l’assenza di circolazione sanguigna nel cervello. E poiché l’assenza di circolazione cerebrale avrebbe distrutto il cervello in pochi minuti, decisero di chiamarlo “morte cerebrale”.  
Il problema è che negli anni ’80 tutto ha cominciato a cambiare. La pratica del trapianto di organi vitali si era già diffusa in tutto il mondo, ma già nel 1984 o 1985 esperimenti condotti su animali – nei roditori – hanno dimostrato che quando si riduce il flusso di sangue al cervello a solo il 50% della gamma normale, il cervello tace. Questo perché non c’è abbastanza energia per sostenere quella che noi chiamiamo “attività sinaptica”. La sinapsi è il luogo in cui un neurone comunica con un altro neurone. L’attività sinaptica, che è il rilascio di neurotrasmissione nel sito sinaptico, non era più possibile in questi cervelli, perché il flusso sanguigno cerebrale era il 50% della gamma normale, e questo non fornirebbe abbastanza energia per l’attività sinaptica, per i neuroni affinché comunichino tra loro. Così, il cervello era silenzioso, ma i neuroni non sarebbero morti solo perché il flusso sanguigno si è ridotto al 50%.
Quindi, il cervello era silenzioso ma non morto…..
Si’, silenzioso ma senza morte neuronale, niente “morte cerebrale”. La necrosi, cioè il processo di morte neuronale, è un processo che richiede diverse ore e si attiva quando il flusso sanguigno è inferiore al 20% del range normale.
Questo intervallo (circa tra il 20 per cento e il 50 per cento del livello normale di circolazione) è ora conosciuto come “zona penombra”. Inizialmente è stata descritta in situazioni in cui c’è un’arteria ostruita che rifornisce parte del cervello. Nell’area periferica di questa parte cosiddetta “ischemica” del cervello, c’era un flusso collaterale di sangue tra il 20 e il 50% del flusso normale, come dimostrato negli animali. Se si potesse disostruire quell’arteria, si salverebbe l’area periferica perché era solo silenziosa. Non era necrotica, non era distrutta.
È abbastanza chiaro che quando si ha un paziente con trauma cranico, e il cervello si gonfia, ad un certo punto le arterie che forniscono sangue al cervello iniziano ad essere compresse, perché la dimensione del cervello sta aumentando all’interno dello spazio intracranico. Lo spazio intracranico è protetto da ossa, e le ossa non possono espandersi per adattarsi all’aumento del volume cerebrale. Quindi, se le dimensioni del cervello aumenta come risultato di quello che conosciamo come “edema cerebrale” o “gonfiore cerebrale”, allora i vasi sono progressivamente compressi, e il flusso di sangue a tutto il cervello diminuisce proporzionalmente agli aumenti della pressione intracranica. Ad un certo punto, si raggiunge il livello di una diminuzione del 50% rispetto all’intervallo normale. A questo punto l’intero cervello è silenzioso – non una parte di esso, ma tutto è silenzioso – ma è ancora recuperabile. Non è morto, è vivo. E quella situazione era sconosciuta alla fine degli anni ’60, quando il concetto di “morte cerebrale” fu introdotto in medicina.
Quindi, è chiaro che alcuni di questi pazienti sono effettivamente vivi. Cosa intendo per vivo? Il cervello non è stato distrutto, ma solo silenzioso. E il sistema di trapianto ha prelevato organi da pazienti che avevano un tessuto cerebrale che teoricamente poteva essere recuperato. Quel tessuto cerebrale non viene distrutto.
Per me era abbastanza chiaro alla fine degli anni ’90, quando il fenomeno della “penombra ischemica” – un cervello silenzioso ma senza distruzione cerebrale – fu dimostrato negli esseri umani, non solo nei roditori, e che questa situazione poteva essere chiamata “penombra ischemica globale”.
Il problema è che uno dei test usati per diagnosticare la “morte cerebrale” – chiamato “test di apnea” – consiste nello spegnere il respiratore. Si scollega il respiratore per 10 minuti. Quando si esegue questa operazione, l’alto livello di anidride carbonica aumenta bruscamente. Questo a sua volta aumenta ulteriormente la pressione intracranica e può diminuire la pressione arteriosa. In questo modo, durante il test di apnea, si aumenta la compressione sui vasi cerebrali e si riduce la pressione all’interno dei vasi cerebrali. 
Qual era lo scopo del test di apnea?
Lo scopo del test di apnea è dimostrare che il paziente non può respirare da solo.
In qualsiasi cultura del mondo, sarebbe inaccettabile dire che una persona che respira è morta. Respirare spontaneamente in qualsiasi cultura significa vita. Così, per esempio, quando un bambino nasce, e non respira mai, si dice che è nato morto. Ma se i polmoni si sono espansi almeno una volta, per motivi legali, anche se il bambino muore immediatamente, si dice che il bambino è vivo. La questione se il bambino è vivo o morto quando nasce ha notevoli conseguenze legali. Nessuno in nessuna cultura del mondo – cultura indiana o cultura occidentale, ecc. – accetterebbe che qualcuno sia morto se quella persona è in grado di respirare da solo. Quindi, lo scopo del test di apnea è quello di dimostrare che il paziente non può respirare da solo e può essere considerato morto.
Ma immaginate per un momento: il respiratore viene staccato dai polmoni per 10 minuti. Per poter respirare da soli, è necessario che i centri respiratori del cervello funzionino. Essi controllano il diaframma e i muscoli respiratori in generale. Se si spegne il respiratore e non si respira per 10 minuti, dicono: “Ok, vedete, questa è un’altra prova che il paziente è morto, perché non riesce a respirare da solo”. Il test dell’apnea è considerato il test fondamentale per diagnosticare la “morte cerebrale”. Nessun medico al mondo diagnosticerebbe la “morte cerebrale” senza fare questo test. Così, ogni volta che si sente che un certo paziente è stato diagnosticato come “morte cerebrale”, si sa che il test di apnea è stato eseguito. 
Perche’ il test di apnea non e’ legittimo?
Non è legittimo. In realtà, sconvolge i concetti più elementari della medicina. Per esempio, immagina se le impedissero di respirare per 10 minuti, cosa succederebbe? Morirebbe.
Ma in questo caso, un respiratore aiuta la persona a respirare.
Sì, giusto. Il respiratore aiuta la persona a respirare. Ha ragione, nessun problema al riguardo. Il problema è: lei sta testando la vitalità dei centri respiratori. Ma cosa accadrà ai centri respiratori in un cervello silenzioso se si induce un test che riduce il flusso sanguigno verso i centri respiratori? I centri respiratori erano già silenziosi, perché hanno bisogno della funzione sinaptica per funzionare. Se il flusso sanguigno è all’interno della zona penombra – tra il 20 e il 50% – i centri respiratori non possono funzionare, non perché sono irreversibilmente danneggiati, ma perché sono silenziosi. Non lo si potrebbe definire “morte cerebrale”. Non è possibile distinguere la condizione della penombra ischemica globale dal danno cerebrale irreversibile testando la funzione respiratoria.
È possibile distruggere i centri respiratori – in quanto si possono danneggiare tutte le parti del cervello – riducendo ulteriormente il flusso sanguigno durante il test di apnea. Il quaranta per cento dei pazienti sottoposti al test di apnea ha un calo significativo del flusso sanguigno, della pressione sanguigna. La pressione sanguigna è la pressione che si trova all’interno delle arterie; è la pressione che fornisce la forza motrice per mantenere la circolazione nel cervello. Così, quando si esegue il test di apnea, si può effettivamente indurre danni irreversibili al cervello quando si supponeva solo di diagnosticare danni cerebrali irreversibili. 
Questo sembrerebbe andare contro il giuramento di Ippocrate? Si sta danneggiando il paziente per verificare, a quanto pare, se un cervello silenzioso sia morto.
Il cervello silenzioso non è morto. Si provocano danni irreversibili ai centri respiratori e a tutto il cervello semplicemente eseguendo il test dell’apnea. Quindi, come ha detto lei, non stanno rispettando il giuramento di Ippocrate, perché il concetto più basilare della pratica medica è quello che hai appena detto: In primo luogo, “non fare del male”. E il secondo è “fai del tuo meglio possibile”. Quindi, nessuno di questi concetti fondamentali del giuramento di Ippocrate viene rispettato in questa situazione.
Se questa ricerca è stata fatta sia negli esseri umani che nei roditori, perché la teoria della “morte cerebrale” è ancora prevalente? E cosa insegnano agli studenti della scuola di medicina su questo argomento? Sentiranno parlare di quest’ultima ricerca?
Beh, possono sentirne parlare, se si forniscono informazioni al pubblico in generale, come si stava cercando di fare. Ma nelle scuole di medicina questi concetti di cui vi sto parlando – anche se sono pubblicati – non sono disponibili nei libri di testo di medicina. Non sono disponibili nelle riunioni mediche. Nelle conferenze mediche non è possibile trovarli.
Oggi la trasmissione di informazioni all’interno della comunità medica in generale – non solo in questo o quel paese, ma in tutto il mondo – è probabilmente, o certamente, il sistema di trasmissione di informazioni più ben controllato, perché vale miliardi di dollari all’anno. Se si inseriscono informazioni in un libro di testo, si può riorientare il flusso di denaro da un settore all’altro. È il tipo di trasmissione di informazioni più controllato nella nostra società che io conosca.
Sta dicendo che, per il bene dell’industria della donazione e del trapianto di organi, il pubblico in generale e gli studenti di medicina non ricevono queste informazioni?
Sì, ho cercato di parlare con la comunità neurologica nel mio paese e in altri paesi, e la reazione che vediamo è che alcuni [medici] ti diranno – “Va bene, capisco quello che stai dicendo, ma non dirò mai a nessuno che sono d’accordo con te” – perché non vogliono interferire con il sistema dei trapianti. Il sistema dei trapianti è un sistema ricco; è un sistema potente. Sono ovunque nella comunità medica. Sono nei consigli medici e accademie mediche; sono ovunque. Sono molto potenti. Politicamente sono molto potenti.
Cosa potrebbe accadere a un medico se cercasse di andare contro il sistema?
Beh, forse quello che è successo a me. Ho dovuto lottare in tribunale per mantenere la mia licenza per lavorare come medico per 19 anni in Brasile. E questo è stato molto tempo. Quindi, si capisce perché alcuni medici che sono consapevoli di ciò che sta accadendo non vogliono parlarne liberamente. Semplicemente non vogliono entrare in conflitto con persone potenti.
Hanno anche il controllo e hanno un’influenza sulla stampa. A volte si dice: “Oh, quel medico è contro la ‘morte cerebrale'”. L’idea geniale del sistema di trapianto è stata quella di chiamare “morte cerebrale” quello che pensavano fosse un danno cerebrale irreversibile. Perché ogni volta che si dice che qualcuno è contro la “morte cerebrale”, si pensa: “Come si può essere contro la morte? Non credono nella morte?”. Ma “morte” è solo una parola che è stata data a un paziente “irrimediabilmente comatoso” – ma alla fine degli anni ’60 erano “irrimediabilmente comatosi”, non ora.  
Ora si può capire che, in un gran numero di questi pazienti, non c'è alcun danno – nessun danno cerebrale – hanno solo un cervello silenzioso. E questo è stato confermato a metà degli anni ’70. A metà degli anni ’70, alcune persone di istopatologia o patologia hanno iniziato a chiedersi come un medico dal 1968 (quando la “morte cerebrale” è stata introdotta in medicina) potesse dire che c’è la necrosi di tutto il cervello – che c’è un danno irreversibile delle cellule di tutto il cervello, facendo solo un esame neurologico? I patologi hanno iniziato a chiedersi cosa stesse succedendo in questa materia. Si sono chiesti: “Come possono usare un termine come ‘necrosi’, che è la terminologia che solo i patologi usano quando guardano il tessuto al microscopio”.
Quindi, hanno iniziato a indagare su questo. Hanno fatto esami istologici in pazienti che sono stati diagnosticati come “cerebralmente morti” per 48 ore – quindi il tempo sufficiente per una necrosi completa. Nessun segno di attività cerebrale, nessuna prova di flusso sanguigno per 48 ore. L’intero cervello dovrebbe essere necrotico; è il tempo sufficiente per una necrosi completa. Quando hanno esaminato quei cervelli – penso che l’articolo sia stato pubblicato nel 1976 – hanno visto che circa il 60% di quei cervelli non aveva segni di necrosi.
Le persone che erano a favore della “morte cerebrale” dovevano difendersi quando questi articoli furono pubblicati. Dissero: “Va bene, la necrosi in quei casi è indicata da segni così piccoli che non si posso vedere al microscopio. Ecco perché non si può vedere, ma sappiamo che è lì (la nevrosi, ndr). Lo sappiamo, perché non c’è una possibile spiegazione per l’assenza di flusso sanguigno per 48 ore”. Ancora una volta, quando sempre più prove sono state rese disponibili per dimostrare che ciò che avevano pensato nel 1968 – che era la completa assenza di flusso sanguigno – non era vero, hanno cercato di dire qualcos’altro o inventare qualcos’altro per spiegarlo – anche come ipotesi.
L’avete visto in questo convegno [sulla “Morte cerebrale”: Una costruzione medico-legale: Scientific & Philosophical Evidence] – si è detto più volte – che quando la pratica della “morte cerebrale” è stata introdotta in medicina, non c’erano documenti scientifici a supporto, non c’erano ricerche scientifiche. Era semplicemente un concetto: “Ok, riteniamo che quei pazienti non hanno flusso sanguigno, perché hanno un edema così grave che i vasi sanguigni sono completamente compressi. Non c’è flusso sanguigno. Non c’è modo che il cervello possa sopravvivere dopo poche ore senza flusso sanguigno. Quindi, lo chiameremo ‘morte cerebrale’ perché è quello che crediamo stia succedendo”.
Ma come vi ho detto, e come avete sentito da diversi oratori, non c’era nessuna ricerca scientifica preliminare sul concetto di “morte cerebrale” a sostegno del concetto di “morte cerebrale”.
Mentre sostenevano che il cervello era “morto”, cosa stava succedendo nel corpo? Il cuore batte ancora…..
Sì, perché se non batte non si possono usare gli organi vitali. Se c’è un arresto in circolazione, avete danneggiato organi che state cercando di trapiantare ad altre persone.
Dottor Coimbra, quando la gente sente “morte cerebrale”, pensa che il cervello sia morto. Ma, come lei ha spiegato, il cervello è in realtà silenzioso. Quando il cervello tace, qual è lo stato degli altri organi e sistemi del corpo?
Questa è una domanda molto importante, perché una delle parti del cervello che si trova probabilmente all’interno della gamma di penombra ischemica, tra il 20 per cento e il 50 per cento dei normali livelli di circolazione, è l’ipotalamo.
L’ipotalamo produce diversi ormoni che controllano altre ghiandole del nostro corpo. E ci sono almeno tre ormoni che sono molto importanti per la nostra discussione. Poiché anche l’ipotalamo è sotto bassi livelli di circolazione, la produzione di questi ormoni diminuisce.
Per esempio, uno di questi ormoni è l’ormone che libera il TSH dall’ipofisi. Il TSH è “l’ormone che stimola la tiroide”. Quindi, abbiamo l’ipotalamo che produce l’ormone che rilascia il TSH. L’ormone che rilascia il TSH induce la produzione di TSH da parte dell’ipofisi [ghiandola pituitaria].  L’ipofisi rilascia il TSH in circolazione, e poi la ghiandola tiroidea situata nel nostro collo continua a produrre l’ormone tiroideo.
Gli ormoni tiroidei hanno un’azione nel cervello. Hanno azioni in tutti i nostri organi. Una delle azioni più importanti è prevenire la fuoriuscita di liquidi nei tessuti. Così, quando si ha un paziente che ha avuto un trauma cerebrale, per esempio, e che il trauma ha aumentato il volume del cervello, e ora i vasi sanguigni sono compressi, anche i vasi sanguigni che forniscono sangue all’ipotalamo sono compressi. E quindi si entra in uno stato che si chiama “Ipotiroidismo centrale”. In questo stato, la ghiandola tiroidea diminuisce la produzione di ormoni tiroidei, perché la ghiandola tiroidea non riceve abbastanza stimolazione dal cervello.
Quindi, la mancanza di ormoni tiroidei aumenta i danni cerebrali e l’edema cerebrale, cioè il gonfiore cerebrale. Questa è una situazione critica, che potrei mettere in questo modo: se non si sostituisce l’ormone tiroideo, il tessuto cerebrale muore, perché il gonfiore cerebrale progredisce, progredisce e progredisce fino al punto che i vasi sanguigni sono completamente compressi, e non si ha alcun flusso sanguigno. Poi si hanno danni irreversibili al cervello. Ma quando l’apporto di sangue al cervello è entro la gamma di “penombra ischemica” (un cervello silenzioso ma non irreversibilmente danneggiato) o sta progredendo verso quella situazione (progredendo verso livelli più profondi di coma – con ridotti, ma non assenti segni neurologici di attività cerebrale) è possibile salvare il cervello, semplicemente dando tre ormoni.
Uno dei più importanti è quello degli ormoni tiroidei. Se si somministrano ai paziente in stato comatoso gli ormoni tiroidei, si previene un’ulteriore fuoriuscita di liquidi dallo spazio intravascolare (lo spazio all’interno dei vasi sanguigni) nel tessuto cerebrale. Il progresso del gonfiore cerebrale si fermerà e si invertirà, i vasi cerebrali non saranno più compressi, si aumenterà l’apporto di sangue al cervello e il paziente inizierà a recuperare le funzioni cerebrali.
Ma questa situazione inizia molto prima dell’inizio del test di screening per la “morte cerebrale”. Abbiamo una scala per misurare il livello di coma. Si chiama “Glasgow Coma Scale”. Una persona normale che è completamente sveglia è al livello 15 della scala di Glasgow Coma Scale. Quando non ci sono segni di attività cerebrale, sei al livello 3. Quando si raggiunge il livello 3, si inizia lo screening del paziente per la diagnosi di “morte cerebrale”.
Ma quando la scala di Glasgow Coma Scale è lontana da 3 – quando è intorno a 8 o 7 – la maggior parte se non tutti i pazienti hanno bassi livelli in circolazione di ormone tiroideo. A quel punto l’edema cerebrale si è trasformato nel cosiddetto “mixedema cerebrale”, perché l’edema è ora causato dalla mancanza di una quantità sufficiente di ormoni tiroidei. Pertanto, se si iniziano a sostituire gli ormoni tiroidei quando un paziente con una lesione cerebrale traumatica è ai livelli di Glasgow di 8 o 7 – lo stato neurologico del paziente può migliorare e anche tutte le funzioni neurologiche possono essere normalizzate. E questo è un obbligo, non è qualcosa che tu dica: “Ok, lo lascerò così”. No, si vede che qualcosa non va e si può salvare la vita di un paziente. L’ipotiroidismo è un disturbo letale; se non lo si cura, i pazienti moriranno.
Si ritorna a quello che hai detto sul giuramento di Ippocrate. La parte più importante è “non fare del male” ai vostri pazienti. Ma la seconda parte è “fai del tuo meglio” per salvare la vita dei tuoi pazienti, per migliorare la loro salute, per migliorare il benessere del tuo paziente.
Quindi “fai del tuo meglio” e ora non stai seguendo il secondo aspetto del giuramento di Ippocrate. Dovresti sostituire gli ormoni tiroidei per prevenire la cosiddetta “morte cerebrale”. 
E questo è fatto in generale? Questi tre ormoni sono generalmente somministrati?
No, non è fatto da nessuna parte.
Perché no?
Questa è una domanda a cui la comunità medica dovrebbe rispondere. Perché non seguono il secondo principio del giuramento di Ippocrate in questa situazione? È [materiale medico che] è stato pubblicato a partire dagli anni ’80.
Così sanno…..non è come se i medici che si occupano di questi pazienti non capiscano cosa succede alla tiroide…..
Quando dici che “sanno”, devo dire che è pubblicato, ma non direi che i medici “sanno” perché non sanno tutto quello che viene pubblicato. Sanno cosa c’è nel libro di neurologia della medicina, come testo di neurologia. Sanno cosa c’è, e questo non c’è. L’importanza di sostituire l’ormone tiroideo non viene discussa nelle riunioni relative alle lesioni cerebrali, e come trattare le lesioni cerebrali. Non una sola unità di terapia intensiva al mondo sostituisce gli ormoni tiroidei – non una sola di cui sono a conoscenza. Perché, sapete, se si sostituiscono gli ormoni tiroidei quando la scala di Glasgow Coma Scale è a 7 o 8, probabilmente quasi nessun paziente progredirebbe nella cosiddetta “morte cerebrale”. Quindi, non è fatto – semplicemente non è fatto.
Cosa succede al cervello quando questi ormoni tiroidei non vengono somministrati al paziente?
Quando il cervello si gonfia perché gli ormoni tiroidei non vengono sostituiti, l’ipotalamo si ferma o diminuisce la produzione di altri ormoni che sono molto importanti per la sopravvivenza del paziente in stato comatoso.
Uno dei più importanti è il cosiddetto ACTH. L’ACTH è un ormone che viene prodotto sotto la stimolazione dell’ipotalamo. Viene prodotto dall’ipofisi [la ghiandola pituitaria] e stimola le ghiandole surrenali a produrre ormoni che mantengono la pressione sanguigna entro i limiti della norma.
Se riesce a immaginare l’intera situazione nella sua mente: lei ha un livello ridotto di ormoni tiroidei – ecco perché il cervello si gonfia, ecco perché il flusso sanguigno si riduce: perché i vasi sanguigni vengono compressi nello spazio intracranico. Il paziente si sta avviando verso la cosiddetta….. “morte cerebrale”. Ed ora, anche la pressione all’interno dei vasi necessari a fornire il flusso sanguigno al cervello sta diminuendo, perché le ghiandole surrenali non forniscono quantità sufficienti di quelli che noi chiamiamo “mineralocorticoidi” per stabilizzare la pressione sanguigna. Così, la pressione sanguigna all’interno del vaso sta scendendo – la pressione che è necessaria per fornire il flusso sanguigno al cervello.
Quindi, si hanno queste due circostanze che collaborano a danneggiare il cervello: si ha l’aumento della pressione intracranica a causa della mancanza di ormoni tiroidei, e la diminuzione della pressione sanguigna a causa di bassi livelli di ormoni surrenali. E ancora una volta, poiché questi ormoni surrenalici non vengono sostituiti, il paziente – l’intero organismo – sta progredendo verso un disastro. 
Lei ha detto che dovrebbero essere somministrati tre ormoni. Qual’è il terzo?
C’è un terzo ormone che dovrebbe essere somministrato a quei pazienti ed è anche prodotto dall’ipotalamo e dall’ipofisi. Si chiama ADH, che sta per “ormone antidiuretico”. Impedisce ai reni di rilasciare grandi quantità di liquido che ridurrebbe ulteriormente il volume all’interno dei vasi sanguigni. L’ulteriore diminuzione della pressione all’interno dei vasi sanguigni deriva dal fatto che non si ha abbastanza volume all’interno del vostro sistema circolatorio per sostenere la circolazione.
Questo terzo ormone è l’unico che a volte viene somministrato a quei pazienti, perché è impossibile non identificare questa situazione. Se si vuole identificare la situazione in cui gli ormoni tiroidei sono bassi, bisogna misurarli. Se si vuole identificare una situazione in cui gli ormoni della ghiandola surrenale sono bassi, è necessario misurarli. Ma si sa se il paziente produce bassi livelli di ADH, lo si sa perché lui (lei) sta eliminando un sacco di urina – 6 litri, 8 litri, 8 litri, o anche 10 litri di urina ogni giorno.
La mancanza di questi tre ormoni porterà l’organismo ad un disastro. E non vengono sostituiti. Poiché ciò che dovrebbe essere fatto non viene fatto, questo paziente morirà entro pochi giorni. Quasi questi pazienti moriranno entro pochi giorni a causa di un arresto cardiaco. Ma questo perché non state considerando parte del secondo giuramento di Ippocrate, che è: dovreste fare del vostro meglio per salvare la vita del vostro paziente. Non stai sostituendo gli ormoni tiroidei; non stai sostituendo gli ormoni surrenalici; a volte non stai sostituendo l’ADH, quindi quei pazienti moriranno in pochi giorni.
Come possono difenderlo coloro che sostengono la “morte cerebrale”?
Che ci crediate o no, le persone che sono a favore della “morte cerebrale” dicono che non importa quello che fate. Dicono che, anche con il trattamento intensivo più aggressivo, questi pazienti moriranno in pochi giorni, quindi è una buona idea prendere i loro organi per salvare la vita di altre persone. Ma, in realtà, questi pazienti non sono stati trattati come avrebbero dovuto. Il trattamento di base, cioè la sostituzione di tutti e tre questi ormoni, non è stato fatto, quindi il paziente morirà.
L’ipotiroidismo è conosciuto dalla comunità medica come un disturbo letale se non trattato. L’insufficienza surrenale, che ho appena descritto, è anche noto per essere un disturbo letale se non trattato. E lo stesso vale per il diabete insipido, che è dovuto alla mancanza di ADH. Così, avete tre disturbi letali nello stesso paziente, e non vengono trattati. Invece, si dice: “Quei pazienti moriranno anche se tu gli desse il trattamento di terapia intensiva più aggressivo”. Non è vero. Non si sa cosa sta succedendo. Non si conosce la fisiopatologia di ciò che sta accadendo con questo paziente.
Ai medici non viene insegnato a somministrare ormoni tiroidei o ormoni surrenalici; a volte non viene nemmeno insegnato loro a somministrare l’ADH. I medici a volte dicono che questo sta accadendo “perché il cervello sta morendo”. Ma, in realtà, il cervello sta morendo perché non sostituisce quegli ormoni tiroidei. Se i medici sostituissero questi tre tipi di ormoni, la normale circolazione cerebrale verrebbe ripristinata e l’ipotalamo ricomincerebbe a produrre quantità normali di tutti questi ormoni.
Ha curato pazienti che si sono ripresi da un grave trauma cerebrale attraverso l’uso di questi ormoni?
Sì, ho curato una donna di 39 anni, dichiarata “cerebralmente morta”….. È stato un incidente chirurgico che ha causato il danno al cervello, e ho iniziato la sostituzione di questi ormoni quattro giorni dopo l’evento. Devo dirvi che avrebbe dovuto iniziare prima, non quattro giorni dopo. Ma [la paziente] era già stata diagnosticata come “morta cerebralmente” e la famiglia era stata informata. Così, abbiamo iniziato a sostituire gli ormoni tiroidei al quarto giorno. Otto giorni dopo l’inizio della sostituzione degli ormoni tiroidei e degli altri ormoni, la paziente ha iniziato a respirare da sola. Pertanto, la paziente non poteva più essere riconosciuta come una persona morta, perché respirava. Come ho detto prima, la capacità di respirare da soli è un segno di vita in ogni cultura del mondo, così quella paziente era viva.
Un mese dopo, è stata in grado di comunicare con i suoi genitori. Poiché ha avuto una tracheostomia, ha dovuto comunicare con la lettura delle labbra. Muoveva solo le labbra, perché non c’era aria sufficiente a far vibrare le corde vocali. Non c’era alcun suono, ma poteva comunicare con la lettura delle labbra e ciò continuò per due o tre mesi.
Purtroppo, è morta perché era a letto da troppo tempo e aveva formazioni di coaguli nelle vene delle gambe e i coaguli si sono spostati nei polmoni. E’ morta per embolia polmonare.
Ma riuscì a comunicare con i suoi genitori prima di morire.
Sì, per due o tre mesi ha potuto comunicare con loro…..
Che fa la differenza per la famiglia….il fatto che i genitori sono stati in grado di comunicare con la figlia.
Il suo cervello era funzionale. Naturalmente, aveva alcuni gravi problemi neurologici legati al movimento. I suoi movimenti erano fortemente limitati. Ma non sapevamo cosa sarebbe successo nei successivi mesi, se avrebbe iniziato a muovere le braccia e le gambe o meno. Purtroppo, ebbe questa complicanza clinica e morì per questo motivo.
Dal momento che lei ha chiesto, è importante dire che, prima di questa signora, ho curato una ragazza di 15 anni. Ho iniziato il trattamento un mese dopo l’incidente. Era già stata sottoposta a tre esami di apnea. Ha respirato nel primo e nel secondo, ma non nel terzo. Sono stati fatti in giorni consecutivi, quindi ognuno dei test era un’ulteriore aggressione al paziente, alla circolazione cerebrale, e alla fine non ha potuto resistere al terzo. Era in coma profondo, senza riflessi respiratori.
Quella paziente non era nella stessa città in cui lavoravo e la famiglia si trasferì da un altro stato del Brasile allo stato di San Paolo. Ho iniziato la sostituzione degli ormoni tiroidei troppo tardi, ma a un certo punto, circa due settimane dopo, sotto la sostituzione degli ormoni tiroidei e la sostituzione di altri ormoni, quel paziente aveva attacchi, convulsioni, sul lato destro.
Ma una persona “cerebralmente morta” non ha le convulsioni cerebrali, vero?
No, un cervello morto non può avere una crisi. Questo è quello che ho scritto sulla cartella del paziente.
Il medico di turno quella notte in terapia intensiva era coinvolto in un piano di trapianto. E ha scritto qualcosa del tipo: “Una volta che un paziente viene dichiarato ‘cerebralmente morto’, il paziente è morto. Non importa se in seguito il paziente non soddisfa più i criteri di ‘morte cerebrale’. Il paziente è legalmente morto, perché gli è stato diagnosticata una ‘morte cerebrale'”.
Posso provarlo. Ho una copia della cartella clinica del paziente. Quindi, vedete il conflitto di interessi qui. Solo negli Stati Uniti, nel 2016 il sistema dei trapianti ha coinvolto imprese per circa 25 miliardi di dollari. Entro il 2025, si prevede che si raggiungano i 51 miliardi di dollari all’anno.
Su Internet, è possibile trovare annunci che suggeriscono che si dovrebbero acquistare azioni da quelle aziende farmaceutiche, perché aumenteranno i profitti e si potrà guadagnare un sacco di soldi acquistando le loro azioni. Quindi, questo è un grande, grande business. Si può vedere quanto sono potenti queste persone.
Immagini di conoscere un chirurgo dei trapianti molto conosciuto e prestigioso, che esegue trapianti di organi vitali da 30 anni. È un chirurgo molto abile, forse di fama mondiale. E poi lei va da lui e le dice che la “morte cerebrale” non è più la morte, perché ora sappiamo molto di più di quanto sapessimo nel 1968, quando il [concetto di morte del] cervello fu introdotto in medicina.
Immagini che gli si dica che dovrebbe smettere di fare trapianti di organi vitali. Lui li fa da 30 anni, ed è molto abile, forse un medico di fama mondiale. Lei pensa che lo accetterebbe pacificamente? È difficile. Dopo 30 anni, tutto il prestigio che lui ha accumulato e poi le dice che dovrebbe cercare un altro modo di fare soldi – un’altra specialità perché i trapianti non sono più possibili.
Sembra che si ritorni al giuramento di Ippocrate. Un medico fa un giuramento quando diventa medico. È un giuramento sacro.  
Sì, sicuramente.
Tratto dal sito con traduzione e video intervista al dr Coimbra
Fonte: LifeSiteNews