mercoledì 30 marzo 2016

Uscire dalla depressione si può



Lo so bene che dire ad un depresso " guarda, si può risolvere anche così... " potrebbe per lui equivalere ad una bonaria quanto inutile pacca sulla spalla.
E questo, sia che si trovi in una temporaneità dei sintomi, che in una forma di depressione di più lunga durata, ma so anche, che una parte di loro ascolterà e farà tesoro di alcune piccole indicazioni e strategie.
Personalmente , da ex-depressa, immaginavo di salire su un elicottero e di iniziare a guardare i problemi diventare più piccoli e distanti , via via che il volivolo su cui immaginavo di essere mi portava lentamente sempre più in alto.
Si può anche visualizzare di essere su una mongolfiera, non fa rumore, ma è più difficile da guidare...
scegliete voi.
buona giornata depresssini
( che poi a volte le cose diventano più grandi di noi anche a seconda del nome che diamo... magari è una momentanea tristezza, e non proprio depressione).



L'infiammazione intestinale come causa della depressione. 
Il mio invito a REAGIRE !!
Antidepressivi naturali
La nostra mente è tanto potente da permetterci di influire sul nostro stato fisico 

UNO PSICHIATRA CHE NON ASSUMEREBBE MAI ANTIDEPRESSIVI

La Dott.ssa Joanna Moncrieff è senior lecturer in psichiatria al London University College ed autrice di «The Myth Of The Chemical Cure»[Il mito delle cure chimiche].
«Esercito la psichiatria da oltre 20 anni e nella mia esperienza gli antidepressivi non fanno nulla di buono. Non li prenderei mai in nessuna circostanza, nemmeno se pensassi al suicidio.
Tutta la ricerca mostra che – nel migliore dei casi – gli antidepressivi  fanno sentire le persone un pochino meglio di un placebo, ma non significa che di fatto curino la depressione.

Dopo tutti questi anni di scannerizzazione del cervello, non abbiamo una sola prova che la depressione sia collegata ad un qualche squilibrio chimico nel cervello, dunque è discutibile tutta l’idea che noi possiamo trattarla con sostanze chimiche.
Io credo che la depressione è una reazione estrema alle nostre circostanze, ed il modo migliore per riprendersi è elaborare e lavorare sulla causa. A volte questo significa terapie che implicano dialogo, a volte significa  modificare le circostanze come per esempio trovare un nuovo lavoro o guardare in faccia problemi relazionali.
Ovviamente ci sono alcune persone  che sono depresse senza un motivo apparente, ma comunque non c’è evidenza che essi soffrano di una malattia cerebrale o che gli antidepressivi possano aiutarli. La cosa migliore resta cercare e trovare delle nuove cose che spezzino il cerchio di pensiero e comportamento.
Gli antidepressivi sono delle medicine psicoattive, che alterano la mente come fanno l’alcool o la cannabis ed io ho sempre pensato che se fossi depressa, vorrei conservare tutte le mie facoltà per uscire dallo stallo e non vorrei ritrovarmi ottenebrata da nessuna medicina, i cui effetti in realtà non comprendiamo».

Continua a leggere: 
Ecco alcune delle cure che i medici non farebbero mai.
Così come l'80% degli oncologi non farebbe mai la chemioterapia .

martedì 29 marzo 2016

Gibran dice: Il DOLORE è la rottura dell’involucro che racchiude la vostra comprensione

 


KAHLIL GIBRAN

Il DOLORE è la rottura dell’involucro che racchiude la vostra comprensione. 

Come il nocciolo del frutto deve rompersi, affinché il suo cuore possa stare al 

sole, così voi dovete conoscere il dolore. 

Se voi in cuore sapeste continuamente meravigliarvi dei miracoli quotidiani della 

vostra vita, il dolore non vi sembrerebbe meno ammirevole della gioia; 

E accettereste le stagioni del cuore, come avete sempre accettato il passar delle 

stagioni sui campi; E vegliereste con serenità negli inverni del vostro dolore. 

Gran parte del vostro dolore viene scelto da voi stessi. 

E’ l’amara pozione con la quale il medico dentro di voi guarisce il vostro io 

malato. 

Perciò abbiate fede il lui e bevete il suo rimedio in silenzio e tranquillità: 

poiché la sua mano, sebbene dura e pesante,è guidata dalla tenera mano 

dell’Invisibile, e la coppa che porge, malgrado scotti le labbra, è stata modellata 

con la creta che il Vasaio ha inumidito con le Sue sante lacrime.

lunedì 28 marzo 2016

Il dr. Pierangelo Sgiarovello
traccia il profilo psicologico
del fibromialgico tipo

Psicologo e Psicoterapeuta membro del Consiglio Direttivo AISF, Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica.

Gibran dice : il dolore è la rottura dell’involucro che racchiude la vostra conoscenza
Il dolore mette delle priorità su tutto il resto della vita.
Limitazione funzionale:
le persone con fibromialgia si identificano con quello che fanno e non con quello che sono. Siccome la malattia impedisce di fare molte cose, e bene , perdono la loro identità ed è la cosa peggiore.
Quello che non sopportano oltre al dolore, è la limitazione funzionale.

Chi ha la fibromialgia cerca soluzioni più che altro per non avere limitazioni a svolgere le azioni quotidiane. Perché il dolore lo riescono anche a sopportare, ma la cosa più grave è non riuscire a fare quello che facevano prima di ammalarsi cronicamente.
Il sistema nervoso autonomo continuamente sollecitato da allarmi e sensazioni di dolore entra in uno strano meccanismo a circuito chiuso che porta ad accellerare gli effetti negativi dello stress e non se ne esce se non si lavora sulle persone fibromialgiche per accrescer il senso di autostima.
La soluzione è data dal recupero di “chi siamo” e non da cosa facciamo.
La chiave è pensare di più al nostro benessere che a quello degli altri. 
Ma come si fa?

Le risposte sono nel cercare di trattare bene il nostro corpo come è vero anche per chi non ha la fibromialgia.. ma per chi ha la Fibromialgia, questo dovrebbe esse una priorità assoluta, e chi gli sta vicino dovrebbe capirlo !!

domenica 27 marzo 2016

Relazione tra intestino, epilessia, autismo e fibromialgia

 

Dott. Paolo Mainardi

 Commento del prof. Paolo Mainardi  :

Ho intitolato il mio libro "Alla ricerca dell’una (medicina)", perchè penso che la medicina sia una, quella che cura
Lo studio dell’asse intestino-cervello ci permette di comprendere diversi aspetti “strani” del corpo umano e rappresenta una chiave di congiunzione tra le diverse filosofie della medicina.
Purtroppo, oggi vengono ignorate delle evidenze sul funzionamento dell’intestino, spesso ridotto ad un sistema postale (svizzero), capace di far arrivare cosa vogliamo dove vogliamo, come ad esempio melatonina nel cervello, ammino acidi ramificati nei muscoli, collagene nelle articolazioni, etc. Ma non è così, sappiamo che l’intestino è in grado di riconoscere cibo già ingerito e comunque la sua risposta ai nutrienti è modulata dall’ambiente esterno. 

Quindi la stessa proteina, carboidrato o grasso può dare risposte diverse nello stesso individuo a seconda delle condizioni ambientali. Sappiamo anche come sia riduttivo dividere gli alimenti in proteine, grassi e carboidrati, dato che all’interno di ciascuna categoria abbiamo cibi buoni e no buoni: proteine che infiammano l’intestino, altre che non infiammano. così per carboidrati e grassi.
Questa considerazione permette di rispondere a Campbell quando dice che i risultati degli studi sugli integratori sono controversi. E’ infatti possibile trovare lavori favorevoli o contrari a diete ricche di proteine, o di carboidrati o di grassi, in quanto i risultati dipendono da quali grassi, carboidrati o proteine sono state testate.
Anche il puntare il dito contro la caseina mi lascia perplesso. Le differenze tra il nostro latte (umano) e gli altri è sul contenuto di sieroproteine, gli altri latti contengono sieroproteine che il nostro non contiene e che sono responsabili delle reazioni avverse. Queste reazioni sono dovute ad una scarsa tolleranza dell’intestino e un intestino sano deve essere tollerante.
Una dieta a privazione non risolve il problema di un intestino che non sta dando risposte corrette, queste anche nei confronti di agenti patogeni che alla lunga possono produrre sintomi ben più gravi di una dermatite o di un gonfiore post-prandiale.
Mi sembra arduo proporre la caseina come agente oncogenico, dato che è la stessa che è presente nel nostro latte, che precipita nell’ambiente acido dello stomaco, formando pietre. Da queste gli enzimi staccano singoli ammino acidi o piccoli peptidi, poco assorbiti dall’intestino. Infatti, assunzioni orali di caseina non producono un aumento sensibile dei livelli plasmatici degli ammino acidi che la costituiscono. Questi, poi, sono per la maggior parte non essenziali, quindi sintetizzabili dai grassi. 

Secondo Campbell, un ammino acido non essenziale, esempio acido aspartico, manterrebbe memoria della sua provenienza, se sintetizzato da un grasso, oppure proveniente dalla dieta proteica. Solo in questo caso si rivelerebbe oncogenico. Curiosamente tra i peptidi medi che si ottengono dalla demolizione enzimatica della caseina sono stati isolati alcuni con specifiche azioni prebiotiche, anti-infiammatorie, intestinali. Quindi utili per il nostro intestino.
Infine, ricordo che la maggiore maturazione dell’intestino, organo che deve imparare a proteggerci, avviene durante lo svezzamento, quindi una corretta maturazione dipende da una adeguata esposizione agli antigeni. 

Già il parto cesareo è riportato diminuire la prima maturazione indotta dal colostro, in quanto manca una prima infestazione batterica. L’allattamento artificiale andrebbe consigliato solo se indispensabile, in quanto riduce il processo di maturazione. I vaccini, quelli utili, andrebbero somministrati quando l’intestino è sufficientemente maturo, rispettando i criteri di esclusione applicati negli studi clinici sulla loro sicurezza (esempio stati febbrili, somministrazione di antibiotici, etc). Infine lo svezzamento andrebbe proposto quando il neonato lo richiede, senza forzarlo e ritardarlo.
Dobbiamo metterci in testa che una errata maturazione intestinale corrisponde ad un abbassamento delle nostre difese, sappiamo che se qualcosa va storto nel programma di sviluppo neonatale si acquisiscono nuove vulnerabilità (oltre a quelle acquisite geneticamente) i cui sintomi si possono manifestare anche in età adulta.

Dobbiamo comprendere meglio la filosofia del nostro corpo, cercare di rispettarla e di sfruttarla a nostro vantaggio.


 

Che cosa chiedono in concreto i pazienti Fibromialgici
Intervista al Dott. Pierangelo Sgiarovello

Intervista al Dott. Pierangelo Sgiarovello, Psicologo e Psicoterapeuta membro del Consiglio Direttivo AISF, Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica.

12 apr 2015  

Clicca qui per guardare il video ed ascoltare l'intervista a cura di Aisf.

(materiale audio-video tratto da You tube)

 
















Riconoscere anche in Italia la Fibromialgia da parte del Sistema Sanitario Nazionale.
No ai farmaci Off Lebel.
Ridurre lo stress provocato da operatori sanitari che sottovalutano o minimizzano i sintomi dei pazienti.
La Fibromialgia non sia più una Cenerentola delle patologie ma sia trattata come le altre. 

Fibromialgia: il Dott. Sgiarovello parla di terapie non farmacologiche

Il Dr. Pierangelo Sgiarovello traccia il profilo psicologico della persona malata di Fibromialgia e propone terapie non farmacologiche.

Intervento del Dr. Sgiarovello a Sirmione domenica 21 settembre 2014 ore 9.00 presso il Salone delle Terme.
Congresso A.I.S.F. (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica)

Di cosa necessitano
i pazienti fibromialgici

Gli strumenti e le nozioni di base per sperimentare cure per la Fibromialgia sono oggi disponibili ovunque, mancano solo le volontà politico economiche di mettere in atto quelle azioni che già di per sè significherebbero tanto per gli ammalati orfani della sanità.
Quindi mi faccio delle domande: 
Perchè i malati di fibromialgia sono relegati in un limbo e fatti disperdere in gruppi di auto-aiuto?
E a chi giova questo stato di cose?

Ma mentre cerchiamo le risposte ho fatto delle ricerche e trovato diversi siti autorevoli dove si parla delle metodologie per studiare cause, tecniche diagnostiche e sperimentazione di rimedi chimici o naturali, l'epidemiologia e le statistiche di una determinata patologia. 
In altra ricerca ho trovato tabelle autorevoli per classificare i livelli di severità della malattia.
1. Il Widespread Pain Index (WPI) o indice di dolore generalizzato;
2. Il Symptom Severity Score (SS-Score) o score di severità dei sintomi, dato dalla somma dei punteggi di alcune scale categoriche specifiche per i sintomi cognitivi, sonno non ristoratore, fatica e numero di sintomi somatici. Tale scala, singolarmante, fornisce una misura della gravità dei sintomi della fibromialgia. 
La diagnosi attraverso i Tender Points è stata abbandonata da qualche anno.










sabato 26 marzo 2016

Confidenze fra amiche fibro

    Spesso mi trovo a pensare cosa sia meglio scrivere e come trasmettere alle persone con la mia malattia le giuste informazioni. Non è facile interagire tra malati, spesso si rischia di essere fraintesi, soprattutto nel mondo virtuale.

La seguente conversazione è significativa e può esservi di aiuto se anche voi pensate che il diritto al riconoscimento di invalidità sia giusto per mantenere uno stato di maggiore abilità sul lavoro e per una migliore qualità della vita, non tanto finalizzato a ricevere pensioni rimanendo sempre più malati e passivi, ma (valutando caso per caso), ottenere valide cure alternative scientificamente provate anche a seconda del reddito.
Ricordo che almeno il 45% delle persone fibromialgiche hanno perso il lavoro e versano in difficili condizioni economiche.



Chat
A - Morena, ho visto che sulla tua pagina hai scritto che la remissione dei sintomi della fibromialgia si ottiene con il Serplus e con il Primus pane.
È un'affermazione forte detta da te, che sei una persona che si batte tanto per il riconoscimento di questa patologia.
Per scriverla vuol dire che ci credi davvero.
Mi auguro di cuore che sia cosi.

B - Si, lo affermo per le tante testimonianze che ho letto dalle fibromialgiche e non solo.

A - Allora, secondo te non c'è contraddizione tra il volere essere riconosciuti malati e con problematiche invalidanti... e la voglia di stare meglio parlando di una soluzione quasi fino al guarire?

B - Fino ad oggi, gridare allo stato di aiutarci ha significato per me dovere dimostrare sofferenza, ma questo non vuole dire che io non possa essere al tempo stesso propositiva e positiva nei confronti di una cura per riacquistare anche in parte più abilità psicofisiche.
E che male ci sarebbe se un protocollo funzionasse davvero e lo stato, una volta riconosciuta la fibro ed mcs, facesse una convenzione per farci avere cicli di serplus e primus?

A - Ma come si può venire incontro a noi malati?

B - Bisogna intanto lavorare sulla ricerca di cure valide. Se la riconoscono come patologia (il resto del mondo lo ha fatto) chiederemo di passarci il Serplus, altresi terapie fisiatriche.
D'altronde non vogliamo certo rimanere in questo stato di cronicità.

A - Già, non possiamo accontentarci di ricevere le solite cure chimiche, molte di noi hanno acquisito una farmacoresitenza.

B - Infatti i protocolli reumaologici, sono incentrati sulla sola prescrizione di antidepressivi ed oppiacei, e se dovessero passare queste cure saremmo da capo. Ovvero verremmo inquadrate in un ambulatorio dove prescrivono solo schifezze che dopo un po' smetterebbero di funzionare trovandosi peggio di prima, con gli stessi dolori e per giunta più intossicate.

A- Capisco bene adesso.

B - Remissione dai sintomi, secondo me, non significa comunque guarigione definitiva, ma un miglioramento più o meno accentuato che bisogna continuamente mantenere attraverso una serie di cure. La cosa principale è l'intestino, la chiave di tutto, credimi.

La fibromialgia resta una malattia di origine neurolgica. Autoimmune con predisposizione genetica ( idem per la mcs) che se non viene curata è degenerativa. Pertanto finchè avremo bisogno, di controllare stile di vita, dieta, prendere integratori, piú di qualsiasi altro essere sano, finchè dovremo stare attente a non fare troppi sforzi e per troppo tempo, pena la ricaduta nel dolore acuto, finchè dovremo tenerci lontante da stress di natura psichica e chimica più di qualsiasi altro soggetto sano non si puó parlare di guarigione , ma di remissione dei sintomi. Pertanto la mia scritta sul diario a sinistra si spiega cosí.
A - Infatti, se sei guarito veramente non hai bisogno di prendere integratori nè stare troppo ossessionato da cosa mangi o come conduci la tua vita.

B - Grazie per avermi dato l'opportunità di chiarire questa questione, da tanto lo volevo fare...anzi, credo che useró questa conversazione per fare un post, ovviamente col tuo consenso.

A - Ti ringrazio per la spiegazione. Se vuoi puoi pubblicare anche la mia domanda, non ci sono problemi.

B - Mi hai ispirato... 
Sono riuscita ad aggiungerti nel gruppo pubblico che amministra il prof. Paolo Mainardi. Si chiama "Serplus: un aiuto per epilessia, ansia e attacchi di panico". Leggi i file e fammi sapere. Io sono al 5° giorno di protocollo con Serplus + Zinco e sola frutta.
Ciao e a presto.

A - Ciao Morena, grazie delle informazioni preziose.

Scetticismo sulle guarigioni:
mente aperta e Protocollo Serplus

Dal Popolo Fibro e attraverso le mie svariate ricerche, si sta delineando una cura per la Fibromialgia ed Mcs.
Le testimonianze di remissione dai sintomi sono già numerose, e questo è incoraggiante o frustrante a seconda della nostra disponibilità economica, poichè essendo la Fibromialgia una malattia cronico degenerativa che si esprime in maniera sistemica e che andrebbe trattata a livello multidisciplinare, per potere stare bene e ripristinare la maggior parte delle nostre abilità, i rimedi sono parecchi e le cure costano, gli specialisti costano...


Voglio comunque sottolineare che il mio percorso di richiesta di riconoscimento non è in contrapposizione con la naturale voglia di stare meglio o "guarire" come viene dichiarato in altre sedi da persone che hanno trovato una propria strada, avendone anche i mezzi.
Parto dal concetto che abbiamo la Fibromialgia  e se non facciamo una serie di cure siamo sofferenti e la qualità di vita è ridotta.
Non amo il termine "guarigione dalla fibro" perchè finchè saremo costretti ad assumere integratori, evitare esposizioni a stress fisici, psichici e chimici più di qualsiasi altra persona sana, non potremo dichiararci guarite.
Benchè le testimonianze su tale stato - guarigione -  ce ne siano molte nel mondo, non possiamo tutti insieme gridare vittoria e per svariati motivi. 

Ci sono troppe variabili da individuo a individuo e le sperimentazioni di verifica di un metodo sono su piccola scala e non provate con metodi scientifici. 
Poi bisogna anche vedere come si mantiengono nel tempo questo tipo di guarigioni. 
Per assurdo, poniamo che io mi guarisca oggi, perchè vinco alla lotteria e mi compro tutto il necessario per stare bene. poi domani gioco in borsa perdo tutto, e magari arriva insieme un altro stress, riuscirà il mio corpo a non ricadere nella fibromialgia? 
Ecco queste sono le domande che mi pongo.

Ma sono positiva...e propositiva, non amo lamentarmi troppo e cerco soluzioni.
 

Pur essendo cauta nel gridare vittoria, guardo con sempre più interesse alla rimessa in funzione dell'intestino per ottimizzare l'utilizzo di Triptofano ed ottenere tanta più Serotonina naturale che a noi serve in gran quantità per gestire il dolore nonchè riposare meglio e svegliarsi meno stanche.

Il protocollo che sto sperimentando si chiama Serplus del prof. Paolo Mainardi.


Ripristinare lo stato di salute dell'intestino attraverso un prebiotico, il Serplus insieme ad ossido di zinco e una dieta iniziale di sola frutta per dare la possibilità alle mucose intestinali di sfiammarsi.
Poi introdurre gradualmente tutti gli altri cibi a cominciare dalle verdure a foglia verde (insalata) ed il Primus Pane, un pane speciale a bassissimo contenuto di glutine, ha la caratteristica di essere ricco di enzimi, non morti durante la cottura, che avviene a bassa temperatura.

Ecco io sono arrivata in questa fase ed è molto migliorato il sonno ed il tono dell'umore, anche i dolori addominali sono a zero. 

Per ora sono contenta e vado avanti. Ma ancora non riesco a ricordare tante cose ed ho spesso un problema di vertigine acufene e fibro-fog. 
Fiduciosa attendo altri miglioramenti.
Vi farò sapere nelle prossime pubblicazioni.


Una serena giornata a tutti. :-)

Morena di Popolo Fibro Relax

lunedì 14 marzo 2016

Stanchezza cronica
Un test genetico al Cro

"Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “The Lancet” ha dimostrato che è in aumento la mortalità per suicidio tra le persone colpite dalla sindrome da fatica cronica, mentre al Cro di Aviano il professor Umberto Tirelli ha messo a punto un test genetico per valutare la possibilità di sviluppare la malattia (e non conferma la tendenza suicida dei malati di cfs dello studio americano - ndr.-)…" 

Paolo Mainardi (video)

Nella puntata di Laboratorio Salute condotta da Micol Baronio si è parlato del benessere intestinale.

In studio il Prof. Paolo Mainardi, neurochimico di fama internazionale, tratta il tema dell’asse cervello–intestino.

Il Prof. Mainardi in Laboratorio Salute su Telecolor

INFO AMICA

Si fanno sempre più insistenti le richieste legittime degli ammalati di Mcs, anche perchè motivati ed esasperati dal sempre più precario stato di salute e dall'essere stati "dimenticati" dal Sistema Sanitario Nazionale.
Un'altra delle iniziative per arrivare direttamente ai ministeri è quella costituita dalla Associazione Amica: porterà finalmente qualche buon risultato per gli ammalati della Sensibilità Chimica Multipla?
Ce lo auguriamo tutti.
Seguite le pubblicazioni di Popolo Fibro.
Ecco un riepilogo delle molteplici iniziative in Italia.

INFO AMICA

Prof Genovesi


Aggiornamento, Marzo 2016
A causa delle molteplici, ma purtroppo scoordinate azioni dal mondo della MCS, spesso causate dai frequenti - ed evidentemente inevitabili - disaccordi fra i responsabili che se ne occupano, io, benchè tenga ad avere buoni rapporti con tutti, sia in pubblico che in privato, mi trovo a dovere abbandonare momentaneamente e a malincuore le pubblicazioni sull'argomento, fatte salve eventuali comunicazioni costruttive e non polemiche da pubblicare su questo blog.
Con l'augurio rivolto a tutti i malati di Sensibilità Chimica Multipla di essere presto annoverati tra le persone con diritto ad essere assistiti dal SSN insieme a quelle affette da Fibromialgia, ricordo che ho chiesto suddetto riconoscimento con la petizione ben nota a tutti voi e depositata presso la Commissione EU.



Locandina Convegno del 30-31 marzo 2016 su MCS: Aspetti Biofisici e Biochimici in ambito patogenetico

ELETTROSENSIBILITA' O IPERSENSIBILITà AI CAMPI MAGNETICI

ELETTROSENSIBILITA' O IPERSENSIBILITA' AI CAMPI MAGNETICI EHS 
(Electromagnetic Hypersensitivity) 

I sintomi dell’elettrosensibilità sono: formicolìo, prurito, insonnia, debolezza, mal di testa, nausea e malessere generale, riduzione della memoria, bradicardia e disturbi dell’umore. I pazienti riferiscono anche di accusare dolore, ad esempio quando hanno in tasca il cellulare.
Oltre ai disturbi avvertiti, vi sono alcuni effetti biologici che secondo alcuni specialisti possono essere ricondotti all’esposizione ai campi elettromagnetici, come i danni a carico di alcuni organi. Tali problematiche possono sussistere persino con esposizione ai C.E.M. per livelli inferiori ai valori limite convenuti dalle società scientifiche e fissati dalle leggi nazionali e internazionali. In alcuni casi, è possibile individuare un evento scatenante dell’elettrosensibilità: ad esempio, un incidente elettrico che provoca folgorazione, a lungo termine, può causare i sintomi tipici di questo problema. Le occasioni di esposizione generalmente si concentrano a casa e sul posto di lavoro. L'Elettrosensibilità in italia non è riconosciuta come malattia.
Quindi ci sono comitati ed associazioni che si stanno attivando per farsi sentire, come a Lecce, dove è stata depositata lo scorso febbraio presso il Comune, la richiesta di disattivazione o non installazione di reti wireless nelle scuole o su edifici scolastici della provincia di Lecce dal Comitato "Lecce Via Cavo" Coordinato dalla Dr.ssa Fabia Del Giudice.
(Comunicato stampa 4 febbraio 2016) WI-FI Lecce

Nel marzo 2016 la deputata europea francese Michele Rivaci, da anni impegnata nella tutela dei malati ambientali e nella promozione di limiti di sicurezza più cautelativi per i campi elettromagnetici, ha lanciato una petizione nazionale di medici e operatori sanitari francesi per richiedere al governo il pieno riconoscimento dei diritti delle persone affette da Elettrosensibilità, anche detta Ipersensibilità Elettromagnetica.
PETIZIONE EHS FRANCESE